sabato 25 giugno 2011

Linea del tempo - Conquista dello spazio

La conquista dello spazio è un tema trattato anche nel libro" Storia delle macchine" ,di Vittorio Marchis , nel capitolo V paragrafo 1.3 " Ali ed eliche: in aria ed oltre".


Fin dall'antichità c'è la volontà di espolrare nuovi mondi: intorno al 130 a.C.  Ipparco di Nicea calcola la distanza terra-luna valutandola in 30 volte il diametro della terra e Luciano di Samota (II secolo d.C.), per raggiungere la luna , nell' Icaromenippo si affida alle ali di un uccello, nella Storia vera si affida ad una nave spinta dai venti.



Satellites è il termine latino con cui venivano
indicate le guardie del corpo degli
imperatori romani, cioè quelle persone
che erano sempre intorno al loro protetto.
Oggi con il termine satellite si indica genericamente
un corpo celeste che ruota attorno ad
un pianeta, se il corpo in considerazione è poi
una macchina creata e messa in orbita dall’uomo
allora si parla di satellite artificiale.
Il principio teorico della propulsione a razzo
è noto da lungo tempo; si narra che già nel
1232 la città di Kaifeng, in Cina, fosse stata
difesa dalle orde mongole con l’impiego di
razzi che utilizzavano come propellente polvere
da sparo.
La possibilità teorica di mettere in orbita dei
satelliti artificiali nacque però nel 1687, come
conseguenza del lavoro teorico del grande fisico
e matematico inglese Isaac Newton (1643-1727), ma solo
nel XX secolo, vennero compiuti studi approfonditi
in questo senso, ad opera del russo
Konstantin Tsiolkovsky (1857-1935) e dell’americano
Robert Goddard (1882-1945). Il lavoro di questi due scienziati,
confermò la possibilità di mandare nello
spazio una struttura artificiale sfruttando la
spinta di un propulsore a razzo.
La ricerca in questo campo fece passi da
gigante durante la Seconda Guerra Mondiale,
ad opera delle grandi potenze che incentivarono
sempre più lo studio di razzi e missili, anche
se lo scopo era ovviamente militare.
Nell’ottobre del 1954, in occasione dell’International
Geophysical Year (IGY), si riunì una
commissione a livello mondiale che fissò come
preciso obiettivo per le grandi potenze, la
messa in orbita di piccoli satelliti per favorire
una futura esplorazione spaziale. Gli Stati
Uniti e l’URSS accolsero la proposta e annunciarono,
rispettivamente nel luglio e nell’aprile
del 1955, la loro precisa intenzione di mettere
in pratica il progetto dell’IGY.
L’antico sogno umano di conquista dello
spazio si concretizzò il 4 ottobre 1957, con il
lancio del primo satellite artificiale orbitante, lo
Sputnik 1, effettuato dall’Unione Sovietica. Lo
Sputnik 1 era una sfera di alluminio di 58 cm di
diametro e di 83 kg di peso. Orbitava attorno
alla Terra in 96,2 minuti, compiendo una
traiettoria ellittica che portava il satellite ad un
apogeo di 946 km e ad un perigeo di 227 km.
La sfera conteneva strumenti che per 21 giorni
consecutivi trasmisero dati riguardanti i raggi
cosmici e le meteoriti, e fornirono informazioni
sulle condizioni di densità e di temperatura
dei gas che compongono l’alta atmosfera. Dopo
57 giorni il satellite rientrò nell’atmosfera
distruggendosi per il calore dell’attrito.
Il secondo satellite artificiale, lo Sputnik 2,
venne lanciato il 3 novembre 1957 recando a
bordo una cagnetta di nome Lajka. La missione
permise di effettuare i primi studi sugli
effetti del volo in orbita su organismi viventi.
Lo Sputnik 2 rientrò nell’atmosfera terrestre,
distruggendosi, dopo 162 giorni di volo. Il 31
gennaio 1958, mentre lo Sputnik 2 era ancora
in orbita, gli Stati Uniti lanciarono il loro
primo satellite, l’Explorer 1. La sonda, un cilindro
di 15 cm di diametro, lungo 203 cm e del
peso di 14 kg, effettuò per 112 giorni precise
misurazioni sui raggi cosmici ed i micrometeoriti;
fornì inoltre i primi dati da satellite che
condussero alla scoperta delle fasce di radiazione
di Van Allen.
Il 12 aprile 1961 l’Unione Sovietica raggiunse
l’obiettivo del volo orbitale umano con
la missione della navicella Vostok 1, che trasportava
il cosmonauta Jurij A. Gagarin.
Durante il volo, durato 1 ora e 48 minuti,
egli raggiunse un apogeo di 327 km e un perigeo
di 180 km, atterrando con successo in
Siberia. Nei due anni seguenti vennero lanciate
altre cinque Vostok, l’ultima delle quali,
pilotata dalla cosmonauta Valentina Teresˇkova,
compì 48 orbite attorno alla Terra.
Nel 1969 l’umanità raggiunse finalmente
l’obiettivo dello sbarco sulla Luna. Il volo storico
dell’Apollo 11 iniziò il 16 luglio. Dopo essere
entrati in orbita lunare, Edwin E. Aldrin Jr.
(1930) e Neil Armstrong (1930) si trasferirono nel LEM, il
modulo per l’allunaggio, mentre il modulo di
comando era affidato al pilota Michael Collins (1930).
Il modulo lunare toccò la superficie del satellite
il 21 luglio, nei pressi del margine del Mare
della Tranquillità e poche ore dopo Armstrong
mise piede sul suolo lunare, pronunciando le
storiche parole: “Un piccolo passo per un
uomo, un balzo gigantesco per l’umanità”.
Dal primo Sputnik migliaia di satelliti sono
stati costruiti e messi in orbita per i più disparati
usi, non solo da USA e URSS, ma anche dall’European
Space Agency, Canada, Cina, India,
Francia, Giappone, Italia e altri Paesi.
Nasce con successo il progetto Space Shuttle,
relativo a un veicolo spaziale in parte recuperabile,
e nel novembre 1983 il Columbia sarà lanciato
in orbita con il primo astronauta europero,
il tedesco Ulf Merbold (1941).
Fra tutte vale la pena di ricordare la missione
del Tethered Satellite System Reflight realizzata
nel 1996, a cui ha partecipato il primo astronauta
italiano, il Dott. Franco Malerba (1946).

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